150 ANNI DI STORIA: IL 6 MARZO 1869 NASCEVA LA TAVOLA PERIODICA
Il prossimo marzo varcherà le soglie del 151º anno di "vita", ma ad oggi la tavola più famosa del mondo continua a godere dei festeggiamenti organizzati in tutto il mondo per il suo 30º lustro: stiamo parlando della Tavola periodica di Mendeleev, che lo scorso 6 marzo 2019 ha compiuto nientemeno che 150 anni.
Il 6 marzo del 1869 il chimico russo Dmitrij Ivanovič Mendeleev decise di mettere ordine tra gli elementi chimici allora conosciuti, classificandoli in gruppi sulla base delle loro caratteristiche chimico-fisiche e rinominandoli con sigle e simboli specifici. Quello che ne derivò fu un sistema costituito da 63 elementi - dall’Idrogeno (H) all’Uranio (U) - che, di fatto, non fece che rappresentare la base dell’attuale Tavola periodica, attualmente costituita da 118 simboli chimici.
Per queste ragioni, il 2019 è stato l’International Year of the Periodic Table of Chimical Elements, tutto animato da festeggiamenti dedicati dall’ONU proprio alla celeberrima Tavola periodica, celebrata in tutto il mondo attraverso una serie di eventi - puramente scientifici come meramente culturali - di ogni sorta.
LA STORIA
Il 6 marzo 1869 Mendeleev diede vita alla Tavola periodica: uno strumento all'apparenza tanto semplice quanto innovativo, con cui si volle di fatto semplificare il linguaggio della chimica e renderlo accessibile anche ai "non addetti ai lavori".
I tentativi di classificazione degli elementi furono moltissimi anche prima dell'intuizione di Mendeleev, ma purtroppo alla fine tutti fallimentari. Grazie, però, a un'idea geniale - vale a dire la realizzazione dell'importanza del peso atomico nella comprensione del comportamento degli elementi - quasi 151 anni fa il chimico russo riuscì finalmente a raggrupparli in modo funzionale e comprensibile, iniziando di fatto a ordinarli proprio in base alla quantità di protoni presenti nel loro nucleo atomico.
Inizialmente la Tavola periodica di Mendeleev comprendeva solo 63 elementi: il chimico, però, decise in via precauzionale di lasciare degli spazi vuoti al suo interno, intendendo così destinarli a quelle porzioni di materia non ancora note ma di cui aveva intuito la presenza. E tutto questo fu fatto davvero a ragion veduta: nel 2015 il numero di elementi presenti al suo interno è infatti arrivato a 118.