Oggi 24 gennaio 2023 è la giornata mondiale dell'educazione , e vogliamo cogliere questo momento per approfondire uno dei tanti aspetti quelli che la riguardano: quello della prevenzione .
Imparare a prevenire, seguendo modelli di comportamento sano e consapevole, è infatti la base per uno stato di salute ottimale.

Ciò non riguarda esclusivamente le cosiddette “fasce deboli”, come bambini e anziani, ma soprattutto i giovani, ancora sensibili alle dinamiche e alle paure di non molto tempo fa. Si pensi per esempio alle malattie non trasmissibili, come neoplasie, malattie cardiovascolari e metaboliche , derivate da uno squilibrio dell'organismo che nel tempo può diventare cronico.

Consumo di tabacco, di alcol, inattività fisica e dieta inadeguata: tutti questi fattori contribuiscono al rischio di incorrere in disturbi cronico-degenerativi.

La prevenzione va dunque intesa come ri-educazione a stili di vita più sani, che se da un lato portano effettivi miglioramenti alla salute dell'individuo, dall'altro concorrono a ridurre i costi della sanità, evitando sprechi e costi a livello sociale.
La parola d'ordine è: anticipare i tempi ; correggere prima di curare e dare i giusti esempi.

Tre livelli di prevenzione

Negli ultimi tempi l'interesse sociale verso questa tematica è stato crescente. Ciò ha fatto emergere l'esigenza di una più chiara classificazione, portando alla definizione di tre livelli di prevenzione, ognuno rivolto a soggetti diversi e con problematiche specifiche.

Prevenzione primaria -> è la principale forma di prevenzione, e comprende tutti quei comportamenti atti a evitare o ridurre la probabilità di sviluppare patologie o incorrere in problematiche. Alcuni esempi possono essere l'educazione alimentare nelle scuole, l'educazione sessuale o igienica – come lavarsi le mani – ma anche le vaccinazioni e le campagne contro il gioco d'azzardo o il fumo. Agendo a livello psicosociale, riduce i rischi e orienta le coscienze verso una maggiore consapevolezza.

Prevenzione secondaria -> si rivolge a individui sani che mostrano sintomi o danni psico-fisici dovuti a malattie non ancora manifeste. La principale forma di azione preventiva, in questo caso, è la diagnosi precoce , la cui efficacia e attuabilità varia da caso a caso sulla base di molti parametri. Esempi possono essere il controllo della prostata negli uomini, la mammografia nelle donne, o temporanee visite da specialisti per valutare lo stato d'avanzamento del disturbo.

Prevenzione terziaria -> forma di prevenzione che coincide con tutte le misure riabilitative e assistenziali, volte, a seconda dei casi, al reinserimento o all'aumento della qualità di vita del malato. Non si agisce tanto sulla prevenzione in sé, quanto sul controllo degli esiti, delle complicanze o della recidiva di un dato disturbo.

Un modello per il futuro

Da quanto detto emerge chiaramente come il successo o meno della prevenzione dipende dall'agire individuale. Aldilà di alcuni fattori di rischio che si trovano al di fuori del suo controllo – come età, sesso e patologie ereditarie – lo stile di vita e l'ambiente fisico e sociale hanno un'incidenza enorme sui rischi in cui egli può incorrere.

Ciò deve portare ad una riflessione, ovvero che la prevenzione e la promozione della salute, per poter essere pienamente efficaci, devono partire dall'alto, muovendo le coscienze attraverso l'azione sinergica di una moltitudine di attori e settori , contrastando le disuguaglianze e promuovendo attività orientate al benessere collettivo.

A tale scopo, l'Istituto Superiore di Sanità e la classe dirigente sono chiamati ad un'ardua missione: creare politiche sanitarie che abbiamo l'obiettivo di promuovere la salute e la consapevolezza degli individui intorno ai grandi temi. Si instaurerebbe così un circolo virtuoso, in cui il nuovo approccio alla salute andrebbe a contenere la spesa in ambito sanitario, risparmiando risorse per sostenere la ricerca e le tecnologie in grado, già oggi, di curare migliaia di malati e garantire un servizio sempre più efficiente e accessibile.

Cordua srl
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